#Voilà je me présente

   


   Considerando che di sicuro non ti interessa la cronistoria delle mie sventure, preferisco farti entrare in medias res nelle mie riflessioni. Cominciamo dunque...
   Ho spesso osservato che il mondo contemporaneo seppur saturo del concetto di bellezza, non può prescindere da esso.
   L'ideologia collettiva a causa della nozione del bello si contorce ripiegando sull'eterno ritorno del classicismo o dimenandosi contro modelli precostituiti alla ricerca dell'espressione di una scandalosa novità.
   Io stessa per formazione, mentalità e modo di sentire non posso esimermi dalla contemplazione della bellezza, di quella classica, canonica e di quella in quanto diversità.
   Certo, nonostante non abbia ancora fatto riferimento ad alcun filosofo, scrittore o scultore, leggendo le mie primissime righe, nella tua memoria sarai stato bersagliato da citazioni che spopolano nel web su cosa sia la bellezza, proprietà ormai di una cultura divenuta del tutto consumistica (che è diverso dalla divulgazione democratica del sapere) o da concetti più completi da te posseduti, fortunato lettore. Magari il tuo apparato sensoriale sarà stato chiamato a raccolta e sul tuo viso si sta aprendo un sorriso di complicità per quanto sto cercando di trasmetterti.
   Bene, a questo punto vorrei alzare un po' la posta e raccontarti cosa mi succede quando cerco di sintetizzare la mia idea di bellezza: la mia mente si sperde in un andirivieni di immagini di paesaggi, di volti, di suoni disconnessi, di aspirazioni e di ricordi dell'infanzia. Sprofondo così in un relativismo che non mi lascia scampo e nella sparuta bellezza di sentirmici immersa. 
  Riemergo solo quando penso che non sono l'unica ad essere soggiogata dal mistero ontologico, onirico e metafisico del bello.


   Con questo blog intendo condividere impressioni e pensieri. Lo dedico a te che tornando a casa dopo il lavoro ti perdi dietro al ronzio di un'ape su un fiore di campo o a te che ti senti orgoglioso come essere umano, quando nei tuoi occhi entra la luce dei dipinti di Caravaggio. Mi riscopro senziente con te che percepisci il tempo in un triplice modo viaggiando: il tempo reale, il tuo, mentre per inerzia siedi sul sedile del treno in cui ti stai muovendo, quello del paesaggio che corre imbizzarrito al di fuori del finestrino e quello delle mie parole in cui ti stai immedesimando, per le quali ti scoppia il cuore di complicità. Mentre leggi sei incurante di tutto e partecipe del tutto, anche della curiosità del passeggero che ti siede di fianco.
   Ti pregherei di scusarmi,  se nel turbinio di emozioni negative della nostra epoca ho scelto di non conformarmi: di non subire lo sviluppo cercando di strumentalizzare con raziocinio il progresso, di cogliere nel relativismo l'utile  per momenti fuggevoli e di fare mio possesso della bellezza che colgo. Se condividi almeno in parte il delirio che ho cercato di comunicarti a parole, RESTA! A presto!

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