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#Pensieri: Castelli di rabbia- Alessandro Baricco

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RCS Editori S.p.A., Milano, 2003, pp. 231   A lessandro Baricco per i nostri tempi è pur nella sua versatilità come la tranquillità nel caos. Egli esprime con immagini forti e profonde il logorio di una società che si appresta al nuovo e deve imparare a gestirlo.   La scienza stessa è "un castello di rabbia", la presunzione di conoscere il mondo usando schemi precostituiti,  come la religione  e noi stessi con il nostro bagaglio di emozioni e di afflizioni, altri, diversi dagli altri eppure uguali.   Baricco è l'uomo moderno: costruttore e distruttore di modelli interpretativi, astrattista e teorico del reale. Il suo sguardo rivolto al futuro e all'analisi del presente ha profonde radici nella nostalgia di un passato che ci influenza, fatto di sovrastrutture interiori, collettive, etnografiche ed universali, relativamente vane, labili, eppure veritiere per il nostro portarci avanti durante il corso dell'esistenza.    La vera conoscenza sta nel me

#Voilà je me présente

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        Considerando che di sicuro non ti interessa la cronistoria delle mie sventure, preferisco farti entrare in medias res nelle mie riflessioni. Cominciamo dunque...    Ho spesso osservato che il mondo contemporaneo seppur saturo del concetto di bellezza, non può prescindere da esso.    L'ideologia collettiva a causa della nozione del bello si contorce ripiegando sull'eterno ritorno del classicismo o dimenandosi contro modelli precostituiti alla ricerca dell'espressione di una scandalosa novità.    Io stessa per formazione, mentalità e modo di sentire non posso esimermi dalla contemplazione della bellezza, di quella classica, canonica e di quella in quanto diversità.    Certo, nonostante non abbia ancora fatto riferimento ad alcun filosofo, scrittore o scultore, leggendo le mie primissime righe, nella tua memoria sarai stato bersagliato da citazioni che spopolano nel web su cosa sia la bellezza, proprietà ormai di una cultura divenuta del tutto consumist